IN PERICOLO
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IUCN Red List: IN PERICOLO (What is Red List? Che cosa sono le Liste Rosse?)
I macachi berberi hanno una lunga storia di associazione con gli umani come evidenziato dal ritrovamento di 21 esemplari mummificati in una tomba egizia e dal corpo pietrificato di un giovane trovato nella città di Pompei.
Un grave declino delle popolazioni nel Medio e Alto Atlante marocchino sono dovute al degrado ambientale e al rapimento dei piccoli per il mercato degli animali da compagnia in Marocco e in Europa. La popolazione nel nord del Marocco è stabile e rimane l’unica speranza per la sopravvivenza dei macachi berberi in natura.
Ma lo stato di conservazione è precario con meno di 7000 individui rimanenti in natura e con le popolazione principali frammentate e distanti le une dalle altre.
La minaccia principale per questa specie è la perdita di habitat dovuta al disboscamento intensivo per la produzione di legna da ardere e per far posto a campi agricoli. La degradazione dell’habitat dovuta alla massiccia presenza di bestiame al pascolo (problema esacerbato dalla siccità) è la causa che più probabilmente minaccerà il futuro a lungo termine della specie.
Una disastrosa gestione delle foreste ha favorito il Cedrus atlanticus a discapito di Quercus ilex che è una risorsa cruciale per i macachi.
Minacce ulteriori sono rappresentate dalla persecuzione e predazione da parte di cani selvatici, dai cibi dolci e salati che i turisti e gli abitanti del luogo danno ai macachi e dall’inquinamento delle wadi (vallate attraversate da corsi d’acqua). In più, in anni recenti i pastori si sono stabiliti vicino alle fonti idriche cementandole con dei pozzi per estrarre l’acqua per le loro greggi. Ai macachi e agli altri animali selvatici è stato così impedito l’accesso alle fonti d’acqua laddove erano prima soliti abbeverarsi.
I macachi vengono accusati di fare razzie nei campi coltivati e di strappare la corteccia dai cedri e perciò spesso le popolazioni locali uccidono questi animali considerandoli dannosi.
Il commercio di animali vivi è un’altra significativa minaccia per la sopravvivenza in natura di M.sylvanus. In confronto al mercato internazionale, i prelievi per l’utilizzo in loco come animali domestici o per fare le foto con i turisti è piuttosto basso.
In Europa i rifugi per animali e gli zoo sono colmi di piccoli di macachi berberi in seguito a sequestri da parte delle autorità oppure portati da proprietari che per ovvi motivi non li possono più tenere.
I piccoli di M.sylvanus sono venduti a turisti e locali nei mercati in tutto il Marocco e in Algeria.
Traduzione dall’inglese a cura di Francesca De Maria per Parco dell’Abatino
Fonti:
– Mittermeier, R.A., Rylands, A.B. & Wilson, D.E. eds. (2013). Handbook of the Mammals of the World. Vol.3. Primates. Lynx edicions, Barcelona.
– www.iucnredlist.org
Organizzazioni che si occupano della conservazione e della protezione dei macachi berberi:
Maroccan Primate Conservation Foundation
Barbary Macaque Awareness & Conservation
Sulla campagna contro l’utilizzo dei piccoli per le foto coi turisti: Leggi il nostro articolo
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Classe Mammalia
Ordine Primates
Parvordine Catarrhini
Superfamiglia Cercopithecoidea
Famiglia Cercopithecidae
Tribù Papionini
Genere Macaca
Specie M. sylvanus
DISTRIBUZIONE E HABITAT
I macachi berberi sono gli unici primati africani esistenti a nord del Sahara. La maggior parte della popolazione è ora rilegata nelle montagne dell’Atlante in Marocco e nella Grande e Piccola Cabilia in Algeria dove sono soggetti a temperature estreme a seconda delle stagioni.
Ci sono delle marcate variazioni stagionali nella reperibilità del cibo.
Una piccola e isolata popolazione che vive nelle foreste di conifere d’alta quota del Rif affrontano temperature sino a -8°C e quasi cinque mesi di neve profonda sino a un metro e mezzo.
Il loro adattamento primario in inverno è l’abilità di ingerire una grande quantità di foglie di conifere. In primavera invece possono mangiare una grande quantità di fogliame in tutti gli strati di vegetazione.
Quando arriva l’estate cercano nutrimento a terra trovando semi, piccoli frutti, bulbi, radici, funghi, olive e piccoli animali. In autunno i macachi ritornano all’alimentazione arborea , nutrendosi principalmente di ghiande, semi di conifere e frutti di tasso.
Un’altra popolazione nelle foreste di cedro d’alta quota nelle montagne del Medio Atlante mangia grandi quantità di foglie di cedro durante i nevosi mesi invernali. Altri cibi invernali includono licheni e cortecce. A causa dell’abitudine di strappare la corteccia dagli alberi di cedro i macachi berberi vengono accussati di farli morire. Contro di loro è iniziato uno sterminio da parte di agricoltori e allevatori.
RIPRODUZIONE
Nei macachi berberi l’accoppiamento è stagionale. In autunno, nel periodo dell’ovulazione, le femmine mostrano un rigonfiamento anogenitale e solitamente si accoppiano con più di un maschio. Partoriscono la prima volta all’età di 4-6 anni e ogni anno daranno alla luce un solo piccolo tra aprile e giugno. La gestazione dura circa 165 giorni.
In cattività il periodo più fertile per le femmine è tra i 7 e i 12 anni e poi diminuisce fino a cessare del tutto tra i 20 e i 25 anni. In cattività la durata media della vita è di 30 anni per le femmine e 25 anni per i maschi. Una delle più notevoli caratteristiche comportamentali dei macachi berberi è la quantità di cure materne fornite ai piccoli dai membri del gruppo. In cattività è stato riportato che i piccoli spendono circa il 20% della loro giornata con altri individui oltre alla madre, specialmente con maschi adulti. Test genetici di paternità hanno mostrato che la parentela non ha alcun effetto sui maschi adulti nella scelta dei piccoli. I piccoli giocano un ruolo di mediazione nelle interazioni sociali particolarmente tra i maschi.
ATTIVITA’
I macachi berberi sono diurni e le loro attività sono influenzate dall’uso che gli essei umani fanno dell’ambiente e dell’abbondanza delle risorse. A seconda del periodo dell’anno, i gruppi di macachi berberi si separano durante il giorno alla ricerca di cibo per poi tornare, di notte, ai siti comuni per dormire insieme su rocce, alberi o in caverne.
I predatori includono i cani domestici (Canis lupus domesticus), gli sciacalli (Canis aureus) e le volpi (Vulpes vulpes).
Le dimensioni di un gruppo variano tra 12 e 88 individui sia maschi che femmine , con una percentuale di migrazione dei maschi più bassa che in altre specie di macachi.
In popolazioni allo stato di semilibertà, gli adulti sono capaci di distinguere le fotografie dei membri del gruppo da altri individui.
Traduzione dall’inglese a cura del Parco dell’Abatino
Fonti:
– Mittermeier, R.A., Rylands, A.B. & Wilson, D.E. eds. (2013). Handbook of the Mammals of the World. Vol.3. Primates. Lynx edicions, Barcelona.
– www.iucnredlist.org