L’imprinting interspecifico si può verificare quando, per qualunque motivo, la madre di un neonato viene sostituita da un soggetto appartenente ad una qualunque altra specie animale.
Il piccolo di capriolo (Capreolus capreolus) che stiamo allattando è stato preso a pochi giorni dalla nascita da persone che lo hanno trovato in un prato e credevano fosse stato abbandonato dalla madre. Lo hanno tenuto in casa tre giorni, ma poi hanno contattato la Forestale dicendo che non mangiava e così è arrivato da noi, dove presto ha ripreso a nutrirsi dopo aver imparato a succhiare per bene la tettarella del biberon. Ma il danno ormai era stato fatto poiché il piccolo già da subito correva incontro alla prima figura umana che si presentava.
Anche se abbiamo adottato delle misure perché non si abitui ad identificare come familiare l’odore umano e a non farsi manipolare, le probabilità che questo capriolo, una volta cresciuto, possa essere rilasciato in natura sono scarse. Infatti l’esperienza che abbiamo avuto con i due caprioli e il cervo che vivono al Parco ci insegna che, se svezzati dall’essere umano senza le dovute precauzioni per evitare l’imprinting, questi animali sviluppano un comportamento troppo confidente e dimostrano di avere scarso se non inesistente timore degli esseri umani. Questo per loro in natura costituisce un pericolo molto grande.
Il nostro capriolino divide la voliera con un piccolo di muflone (Ovis orientalis) che si sta riprendendo dopo essere stato ridotto in fin di vita da un cane. Il mufloncino però è cresciuto ed è stato svezzato da mamma muflone ed è perciò naturalmente diffidente verso la presenza umana fuggendo e cercando di evitare i contatti.
L’imprinting è una forma di apprendimento caratteristica dei vertebrati, che ha luogo durante le prime fasi di vita (periodo sensibile), quando l’animale può facilmente venire “impressionato” (imprinting in inglese significa “impressione”) da un oggetto che ha vicino, su cui dirigerà in seguito particolari reazioni istintive. Il termine “imprinting” fu coniato dal suo scopritore, l’etologo tedesco K. Lorenz.
Imprinting interspecifico
Il periodo sensibile, durante il quale l’animale non distingue gli stimoli esterni e subisce l’imprinting (sviluppando un attaccamento irresistibile verso l’oggetto), è in genere limitato ad alcune ore o a qualche giorno, a seconda della specie, dello stadio di sviluppo dell’animale al momento della nascita e della durata di esposizione all’oggetto. Quando l’oggetto è rappresentato da un individuo di un’altra specie si parla di imprinting interspecifico.
Il processo dell’imprinting, una volta compiuto, è totalmente irreversibile. Da quel momento, la reazione ad uno stimolo è una risposta incondizionata o puramente istintiva. Questa rigidità è qualcosa che non troviamo mai in un comportamento acquisito per apprendimento associativo che, fino ad un certo punto, può essere disimparato o cambiato.